L’introduzione di nuovi dazi sulle importazioni dalla Cina da parte degli Stati Uniti potrebbe avere un impatto significativo sui prezzi degli smartphone Apple, in particolare sugli iPhone di nuova generazione.
Secondo quanto riportato da diversi analisti, come raccontato anche dalla Testata Open.Online, tra cui l’istituto finanziario newyorkese Rosenblatt Securities, l’aumento stimato si aggira attorno al 43%, con ricadute che potrebbero estendersi anche ai mercati europei, inclusa l’Italia.
Il provvedimento, annunciato il 2 aprile 2025 dall’ex presidente statunitense Donald Trump, prevede tariffe fino al 54% sui prodotti importati dalla Cina. Un valore che colpisce direttamente Apple, dato che gran parte della produzione degli iPhone avviene proprio in territorio cinese. Anche i dispositivi realizzati in India e Vietnam, due Paesi verso cui Apple aveva spostato parte della propria filiera produttiva negli ultimi anni, non sono esenti dalle nuove misure, essendo soggetti rispettivamente a dazi del 26% e del 46%.
Secondo le stime di Rosenblatt Securities, il prezzo dell’iPhone 16 base, attualmente venduto negli Stati Uniti a 799 dollari, potrebbe salire a circa 1.142 dollari. L’iPhone 16e, modello più economico della gamma, passerebbe da 599 a circa 856 dollari. L’incremento più rilevante riguarda tuttavia l’iPhone 16 Pro Max da 1 terabyte di memoria interna, che dagli attuali 1.599 dollari potrebbe arrivare a sfiorare i 2.300 dollari.
Il mercato ha reagito con preoccupazione alla notizia: nella giornata del 3 aprile, le azioni di Apple hanno registrato un calo del 9,3%, la peggior flessione giornaliera da marzo 2020.
Se i rincari venissero integralmente trasferiti al consumatore, anche in Italia i prezzi degli iPhone subirebbero un forte rialzo. Va considerato che nel nostro Paese i dispositivi Apple risultano già più costosi rispetto agli Stati Uniti, a causa di fattori come l’IVA al 22% e l’equo compenso SIAE.
Facendo un confronto ipotetico, il modello iPhone 16 Pro Max da 1Tb, che oggi in Italia ha un prezzo di listino di 1.989 euro, potrebbe superare i 2.500 euro qualora gli aumenti previsti venissero applicati anche al mercato europeo. L’incremento sarebbe attribuibile non solo al tasso di cambio e all’IVA, ma anche ad altre voci fiscali già presenti nei prezzi italiani.
Durante il suo primo mandato, Trump aveva già adottato misure simili, ma Apple era riuscita a negoziare delle esenzioni che avevano mitigato gli effetti sui propri prodotti. Nove anni dopo, tali eccezioni non sono state rinnovate, aprendo quindi la strada a un possibile incremento generalizzato dei prezzi.
Va sottolineato che, al momento, Apple non ha rilasciato comunicazioni ufficiali in merito all’eventuale impatto dei dazi sui prezzi dei propri dispositivi.
Le stime diffuse si basano su analisi indipendenti, come quelle dell’istituto Rosenblatt Securities, e non rappresentano necessariamente decisioni o piani confermati dall’azienda. Fino a un’eventuale presa di posizione ufficiale, si tratta dunque di previsioni ipotetiche che andranno verificate nei prossimi mesi.
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