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Piano Italia a 1 Giga: il ruolo di Open Fiber tra ritardi, pressioni e strategie di governo

Open Fiber apre al dialogo, ma chiede garanzie su tempi e sostenibilità del progetto

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Open Fiber ha riaffermato, ieri 16 Maggio 2025, la propria disponibilità a collaborare con le istituzioni per il raggiungimento degli obiettivi del Piano “Italia a 1 Giga”, il programma previsto dal PNRR per portare connettività a 1 Gbps su tutto il territorio nazionale, ponendo come condizioni il rispetto dei tempi di realizzazione e del proprio Piano Industriale.

Questa presa di posizione pubblica arriva in un momento di forte attenzione politica e industriale sullo stato di avanzamento dei progetti di banda ultralarga in Italia.

Negli ultimi mesi, il settore delle telecomunicazioni italiano è stato teatro di decisioni governative, gare pubbliche e tensioni tra operatori che hanno spinto Open Fiber a chiarire il proprio ruolo e le proprie condizioni per contribuire al successo del piano nazionale.

Il Piano Italia a 1 Giga nel PNRR e le gare pubbliche

Il Piano Italia a 1 Giga è uno dei pilastri del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) dedicato alla digitalizzazione del Paese. Esso prevede ingenti investimenti pubblici per garantire entro il 2026 connessioni ad almeno 1 Gbps nelle aree del territorio ancora sprovviste di connettività adeguata.

Per attuare questo obiettivo, il Governo italiano ha indetto gare pubbliche nel 2022 suddividendo il territorio nazionale in vari lotti. Tali gare sono state aggiudicate ai principali operatori infrastrutturali: Open Fiber si è assicurata diversi lotti (tra cui quelli comprendenti Toscana, Lazio, Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto), mentre altri lotti sono stati affidati a FiberCop e ad altri operatori minori.

Assegnazione dei lotti: la mappa del Piano Italia a 1 Giga

Le gare pubbliche per il Piano Italia a 1 Giga si sono concluse nel 2022 con l’assegnazione di 15 lotti territoriali, affidati principalmente a Open Fiber e TIM (in RTI con FiberCop, oggi parte della NetCo controllata da KKR). Ecco nel dettaglio la distribuzione dei lotti:

  • Lotto 1 (Sardegna): aggiudicato da TIM (RTI con FiberCop);
  • Lotto 2 (Puglia): aggiudicato da Open Fiber;
  • Lotto 3 (Abruzzo, Molise, Marche e Umbria): aggiudicato da TIM (RTI con FiberCop);
  • Lotto 4 (Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria): aggiudicato da TIM (RTI con FiberCop);
  • Lotto 5 (Calabria Sud): aggiudicato da TIM (RTI con FiberCop);
  • Lotto 6 (Toscana): aggiudicato da Open Fiber;
  • Lotto 7 (Lazio): aggiudicato da Open Fiber;
  • Lotto 8 (Sicilia): aggiudicato da Open Fiber;
  • Lotto 9 (Emilia-Romagna): aggiudicato da Open Fiber;
  • Lotto 10 (Campania): aggiudicato da Open Fiber;
  • Lotto 11 (Calabria Nord): aggiudicato da TIM (RTI con FiberCop);
  • Lotto 12 (Friuli-Venezia Giulia e Veneto): aggiudicato da Open Fiber;
  • Lotto 13 (Lombardia): aggiudicato da Open Fiber
  • Lotto 14 (Basilicata): aggiudicato da TIM (RTI con FiberCop);
  • Lotto 15 (Trentino Alto Adige): aggiudicato da TIM (RTI con FiberCop).

Open Fiber si è aggiudicata quindi 8 lotti su 15, prevalentemente nelle regioni del Centro Nord e in alcune aree del Sud come Campania, Sicilia e Puglia. TIM (con FiberCop) si è invece aggiudicata i restanti 7 lotti, tra cui Sardegna, Piemonte, Abruzzo e Basilicata.

In base ai bandi, gli aggiudicatari si impegnano a cablare le unità abitative dei rispettivi lotti in fibra ottica, rispettando un cronoprogramma stringente con scadenza finale entro il 2026, pena l’applicazione di penali.

Open Fiber, partecipata da Cassa Depositi e Prestiti e dal fondo Macquarie, è da anni impegnata anche nel cablaggio delle aree bianche. Con le nuove commesse PNRR si conferma uno degli attori chiave per la diffusione della banda ultralarga in Italia.

FiberCop, oggi parte della NetCo controllata dal fondo KKR, opera nelle aree a successo di mercato e si è aggiudicata alcuni lotti PNRR, prevalentemente nel Sud Italia o in altre zone semi periferiche.

Ritardi e criticità nell’avanzamento dei progetti

All’inizio del 2025 sono emerse preoccupazioni crescenti sullo stato di avanzamento del Piano Italia a 1 Giga.

Diversi segnali indicano che il settore delle telecomunicazioni sta affrontando ostacoli strutturali che potrebbero rallentare la realizzazione dei progetti nei tempi previsti:

  • Carenza di manodopera specializzata: Open Fiber ha incontrato difficoltà a reperire tecnici qualificati, ostacolando il rispetto del cronoprogramma.
  • Sostenibilità economica: Le aziende di telecomunicazioni investono massicciamente pur con ricavi in calo. Asstel ha richiesto un approccio condiviso per garantire la sostenibilità del settore.
  • Burocrazia e permessi locali: ottenere autorizzazioni per scavi e installazioni rappresenta ancora un ostacolo rilevante.
  • Scadenze sfidanti e rischio di penali: qualsiasi ritardo può compromettere l’accesso ai fondi europei.

Asstel ha lanciato un appello pubblico, evidenziando che “senza misure di sostegno al lavoro, il PNRR è a rischio”. Il Governo ha quindi iniziato a valutare interventi per sbloccare la situazione.

L’intervento del Governo e la proposta di cessione dei lotti a FiberCop

Nel corso della primavera 2025, come riportato anche dai colleghi di MondoMobileWeb.it, il Governo avrebbe avanzato una proposta che prevede la cessione a FiberCop dei lotti del Piano Italia a 1 Giga attualmente in capo a Open Fiber.

In sostanza, Open Fiber dovrebbe trasferire a FiberCop i lotti delle cinque grandi regioni del Centro Nord.

FiberCop avrebbe manifestato piena disponibilità a subentrare. Il Dipartimento per la Trasformazione Digitale, guidato dal Sottosegretario Alessio Butti, ha avviato tavoli tecnici con l’obiettivo di raggiungere un’intesa entro giugno 2025.

Tuttavia, permangono diverse complessità: il trasferimento di ramo d’azienda implica anche il trasferimento di personale e richiede autorizzazioni da parte di Antitrust e Commissione UE. Inoltre, Open Fiber ha evidenziato che i finanziamenti bancari ottenuti sono legati al Piano Industriale che includeva i lotti in questione.

La posizione di Open Fiber e il comunicato del 16 maggio 2025

È in questo contesto che Open Fiber, il 16 maggio 2025, ha deciso di chiarire pubblicamente la propria posizione.

L’azienda ha dichiarato:

“Open Fiber ribadisce la disponibilità a collaborare con le istituzioni al fine di garantire il conseguimento degli obiettivi del Piano Italia a 1 Giga nell’ambito del PNRR, valutando attentamente tutte le opzioni, purché compatibili con il rispetto dei tempi di realizzazione del progetto e del Piano Industriale approvato.”

Il comunicato stampa di Open Fiber rappresenta un messaggio di apertura al confronto con le istituzioni, ma sottolinea al contempo che eventuali modifiche devono avvenire nel rispetto degli accordi in essere e della sostenibilità aziendale.

Tensioni industriali e scenari futuri

La vicenda si inserisce nel più ampio riassetto del settore delle telecomunicazioni. Mentre è in corso il confronto tra Open Fiber e FiberCop, si è recentemente conclusa la cessione della rete fissa di TIM a KKR, che ora controlla la NetCo, comprendente anche FiberCop.

Il Governo sembra intenzionato a razionalizzare le reti, anche in un’ottica di semplificazione per il futuro. L’eventuale integrazione delle infrastrutture potrebbe portare a nuove collaborazioni tra i principali attori di rete. Il successo del Piano Italia a 1 Giga rimane una priorità nazionale, sia per l’uso efficiente dei fondi PNRR sia per la competitività del Paese.

Tensioni industriali e scenari futuri

La vicenda si inserisce nel più ampio riassetto del settore delle telecomunicazioni. Mentre è in corso il confronto tra Open Fiber e FiberCop, si è recentemente conclusa la cessione della rete fissa di TIM al fondo KKR, che ora controlla la NetCo, comprendente anche FiberCop.

Secondo quanto riportato da La Repubblica (cartaceo del 16 maggio 2025), la proposta sul tavolo prevede la possibile cessione da parte di Open Fiber di un ramo d’azienda corrispondente alle cinque aree grigie aggiudicate nei bandi PNRR nelle regioni Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia Romagna e Lazio.

FiberCop, che sarebbe in una fase più avanzata nella realizzazione della rete in quelle aree, si è detta disponibile a subentrare per completare i lavori entro le scadenze previste, mentre all’interno del CdA di Open Fiber permane un confronto tra i soci sull’opportunità e la sostenibilità dell’operazione.

Una parte politica dell’attuale esecutivo sembrerebbe guardare con favore a un riassetto più coordinato delle infrastrutture di rete, anche in un’ottica di semplificazione e accelerazione del Piano Italia a 1 Giga.

L’eventuale integrazione operativa potrebbe favorire nuove forme di collaborazione tra gli attori industriali coinvolti. Il successo del piano resta una priorità strategica, sia per l’utilizzo dei fondi PNRR che per il rilancio della competitività digitale del Paese.

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