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Festival di Sanremo, il TAR annulla la convenzione con la Rai: verso gara pubblica dal 2026

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Il Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) della Liguria ha dichiarato illegittima la convenzione tra la Rai e il Comune di Sanremo per l’affidamento diretto del marchio “Festival della canzone italiana” e delle edizioni della manifestazione a partire dal 2026.

La decisione è arrivata a seguito del ricorso della Je (Just Entertainment) Srl, società che rappresenta i vertici delle principali case discografiche italiane, interessata ad acquisire i diritti del Festival.

Il pronunciamento del Tar

Secondo il Tar della Liguria, l’accordo non rispetta i principi di trasparenza e concorrenza pubblica. In una nota ufficiale, il tribunale ha stabilito che:

“Il Comune di Sanremo dovrà procedere mediante pubblica gara, aperta agli operatori del settore interessati”.

Questo significa che, per le edizioni future a partire dal 2026, l’organizzazione del Festival dovrà essere assegnata attraverso una procedura di evidenza pubblica.

L’edizione 2025 confermata sotto la gestione Rai

Il Tar ha però garantito che l’edizione 2025 si svolgerà regolarmente sotto la gestione Rai.

Il tribunale ha infatti sottolineato che:

L’intervallo di tempo necessario per la predisposizione degli atti di gara e per lo svolgimento della stessa, nonché per l’organizzazione del Festival e degli eventi collaterali da parte del concessionario del marchio individuato all’esito della procedura di evidenza pubblica, è del tutto incompatibile con lo svolgimento della manifestazione nel mese di febbraio 2025”.

La Rai pronta al ricorso

Secondo alcune indiscrezioni, la Rai starebbe valutando di presentare un ricorso al Consiglio di Stato per contestare la sentenza e difendere l’attuale modalità di affidamento. Se confermato, il ricorso potrebbe influire sui tempi e sulle modalità di applicazione della sentenza del Tar.

Un futuro incerto per il Festival

La decisione del Tar apre scenari nuovi per il Festival di Sanremo, che potrebbe essere gestito da soggetti diversi dalla Rai a partire dal 2026. Questo potrebbe rappresentare un cambiamento epocale per uno degli eventi culturali più iconici d’Italia.

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