Fonte: youtube.com
Chi ha vissuto l’era dei cellulari a inizio anni 2000 ricorderà sicuramente la mania delle suonerie componibili. Prima degli smartphone e delle suonerie polifoniche, i telefoni Nokia permettevano di trasformare il proprio cellulare in un piccolo strumento musicale, riproducendo con sequenze di beep le canzoni preferite. Era una forma di personalizzazione tecnologica che oggi fa sorridere con nostalgia chi c’era.
Nei cellulari Nokia dei primi anni 2000 (come il mitico Nokia 3310), comparve un’applicazione integrata chiamata “Composer” che consentiva di creare suonerie personalizzate inserendo manualmente le note musicali.
Si premevano i tasti numerici (1-9, 0, * e #) corrispondenti a note, pause e alterazioni, componendo la melodia direttamente sul telefono. Non era affatto semplice: bisognava impostare correttamente note, ottave e durate tramite un codice di numeri e lettere un po’ criptico (ad esempio DO diventava C, RE diventava D).
Nokia definì anche uno standard testuale chiamato RTTTL (Ring Tone Text Transfer Language) per condividere queste melodie tra cellulari.
In poco tempo, tanti appassionati iniziarono a ricreare le hit del momento e altre melodie celebri, adattandole al formato monofonico dei Nokia. Nacquero siti, forum e persino rubriche sulle riviste con lunghe liste di codici per riprodurre brani famosi.
Ecco alcuni esempi di motivi che riecheggiavano nei telefonini di quei tempi:
Bastavano poche note per renderli immediatamente riconoscibili sul telefonino.
La febbre delle suonerie componibili dilagò come fenomeno sociale tra i giovani dell’epoca. Ci si scambiava codici sui primi forum online e persino a scuola, passandosi foglietti con le sequenze di note. Si potevano persino inviare le melodie via SMS (per chi aveva un Nokia compatibile).
Personalizzare la suoneria era un modo per mostrare i propri gusti musicali e distinguersi dalla massa. Nokia rese tutto ciò possibile, e quella creatività condivisa fu un preludio della personalizzazione tecnologica in un’era in cui i telefoni erano ancora semplici e simili tra loro.
Riascoltare oggi quelle suonerie monofoniche, spartane e iconiche al tempo stesso, significa fare un tuffo in un periodo in cui bastavano un Nokia e un po’ di fantasia per sentirsi piccoli compositori.
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